Il presidio di ‘vigilanza popolare’ nel corso della riunione dell’Osservatorio: il movimento torna a denunciare l’emergenz
TERAMO – C’è insoddisfazione nella Casa del Popolo rispetto alla riunione dell’Osservatorio per il diritto all’abitare che si è tenuta la scorsa settimana nella sede de L’Arca, mentre in strada, in largo San Matteo proprio gli aderenti al movimento erano riuniti in un presidio di ‘vigilanza popolare’. In quella riunione, “l’Ater non ha aggiunto nulla di nuovo alle dichiarazioni già fatte nelle scorse settimane sui giornali – dicono alla Casa del Popolo -, non portando quindi un censimento serio delle abitazioni disponibili. Ha anzi chiesto alle parti sociali presenti di farlo loro un censimento delle case Ater vuote disponibili e di eventuali abusivi. Una situazione paradossale subito rigettata da noi al mittente“.
“A oggi possiamo dunque dire che nella sostanza sono fattivamente solo 10 gli appartamenti messi a disposizione dall’Ater e 10 quelli che fra qualche mese saranno rimessi al Comune dopo l’intervento annunciato dalla Presidente Ceci. Considerato che 18 alloggi verranno utilizzati per il bando di mobilità – dice Casa del Popolo -, non si sopperirà praticamente a quasi nessuna nuova richiesta. Richiesta che in minima parte potrebbe essere soddisfatta se venissero concretizzate le promesse fatte sotto le palazzine di Via Longo, ormai a dicembre. Di fatto il problema resta e non migliora di molto la carente situazione abitativa teramana. Non è molto, anzi è nulla ma c’è da dire che senza la nostra azione difficilmente si sarebbe arrivati a questo minimo risultato“.
“Dal punto di vista della ricostruzione abbiamo invece appurato che la burocrazia e l’inefficienza dei vari uffici preposti sono un muro di gomma che di fatto obbliga centinaia di teramani a vivere lontano dalle loro case e a far spendere milioni di euro pubblici per il CAS (contributo autonoma sistemazione). Non ci sono parole – conclude la nota di Casa del Popolo -“.
Al termine dell’incontro i membri dell’Osservatorio permanente sul diritto all’abitare si sono confrontati con i e le partecipanti al presidio, che ha dunque svolto la sua funzione di vigilanza popolare.